Pentecoste

Negli Atti, Luca racconta che gli apostoli riuniti ricevettero lo Spirito Santo udendo “un rombo come di tuono”. La nostra Pentecoste 2018 si è invece svolta nel silenzio.

In una cappellina dedicata a San Ciriaco a Lissos, un tempo prospero porto romano e bizantino, ora splendida, piccola baia piena solo di rovine, macchia mediterranea e qualche capra che si avvicina alla piccola falce di spiaggia.

Qui abbiamo fatto la nostra domenica di Pentecoste, leggendo da soli le letture della liturgia – e sperando che i bravi ortodossi che hanno costruito secoli fa questa cappellina con i materiali delle rovine non si adontino perché abbiamo usato il loro luogo di culto celebrando una festa secondo il calendario romano (loro la celebrano domenica prossima)

Eravamo sull’ormai “nostro” sentiero E4, nel tratto da Sougia a Paleohora. Un sentiero europeo (“E…”), sul quale abbiamo incrociato solo dopo un po’ degli altri – pochi – camminatori. Ma erano tedeschi, erano italiani, erano francesi. Ci si salutava in lingue diverse (a volte anche in greco) e ci si capiva. Lo vogliamo chiamare il “dono delle lingue” di questa nostra strana Pentecoste?

Perché no?

Tanti più che poco dopo la nostra bizzarra celebrazione, abbiamo incrociato una deliziosa famiglia, rigorosamente no-trolley. Padre e madre gagliardi, con un figlio di otto-nove anni e una bimba leggermente più piccola, anche loro dotati di zainetto tecnico.

Sono svedesi, crediamo. Fanno il nostro percorso al contrario, ma portandosi dietro tutto: tenda, sacchi letto e persino un caricabatterie solare sistemato sullo zaino del papà.

“È la prima volta che facciamo un trekking con i bambini”, spiega lui. Noi gli raccontiamo che “abbiamo già dato” una trentina di anni fa con i nostri bambini, che hanno più o meno l’età di questo gigante biondo e di questa gigantessa mora. Ci scambiamo un po’ di notizie di percorso (Mario molto orgoglioso mostra la sua mappa digitale in 3D di tutti i sentieri d’Europa [euro 5,99]), si lodano i bimbi montanari e la gigantessa traduce per la figlia. Sì, anche questo è il dono delle lingue.

Ciao, famiglia di camminatori. Viva l’Europa! :-)