Finestre

Una splendida giornata di trasferimenti tra mondi che si credeva diversi, per arrivare… tra gente come noi. Cioè, proprio tra noi.

Un mondo guardato dal finestrino di un Ryanair in atterraggio su Creta…

…una finestra d’aeroporto guardata da un assolato marciapiede in attesa del bus (rigorosamente municipale!) che ci porterà a Chania.

Un villaggio dell’entroterra cretese scorto dal finestrino del bus (rigorosamente pubblico) che da Chania ci portava sulla costa meridionale…

…e infine, attraverso lo stesso finestrino, il Mar Libico, (siamo a latitudini molto basse, le più basse d’Europa).

Ed eccoci a Chora Sfakion, porticciolo un tempo di pescatori, poi diventato famoso per aver consentito la ritirata di 15.000 soldati britannici nel 1941, davanti all’incalzare dei parà tedeschi.

…ma apriamo un “finestrino” anche in questa foto:

alle spalle di Silvia scorgiamo due signori nostri coetanei con zaini e sandali sportivi, che avevano fatto il tragitto con noi sul bus.

Quello che scopriremo nelle ore successive è che noi (e loro) non siamo l’eccezione, siamo l’assoluta regola. Chora Sfakion, che all’ultimo censimento contava meno di 400 abitanti, è frequentata da frotte di cinquanta-sessantenni con zaini, bastoncini, scarponi o sandali da camminata.

Sarà la stagione (gli altri lavorano o studiano), sarà che sulla costa meridionale si viene prevalentemente per camminare, il fatto è che i nostri due ultrasessantenni con la fissa del trekking si sono sentiti “mainstream”.

Grazie a Dio, il luogo è di quelli che si sognano e il fatto di alzare assai poco l’età media (nonostante la presenza al ristorante di ben due quarantenni attempati) è passato brillantemente in secondo piano.