Doccia nella savana

  Paura, eh? 

Invece no, nonostante l’immagine che rimanda al suo più famoso parente che ha fatto carriera a Hollywood, qui il gattone non ruggiva né cercava di spaventare nessuno – semplicemente sbadigliava. Vedete alla fine il contesto quanto conta?

Vabbè, ma a noi la foto piaceva e siccome siamo succubi del cinema americano (ma anche delle locandine dei vecchi circhi italiani), ve l’abbiamo piazzata così in cima.

Non è peraltro che le sue intenzioni fossero necessariamente benevole. in realtà si trovava da quelle parti sin dalla mattina insieme a quattro leonesse a far la posta a un paio di leopardi, costretti a rimanere per ore sugli alberi (il leone non si arrampica). 

   
Lei, la mattina l’avevamo vista che cercava di avvicinarsi al maschio “inalberato”, ma avvertiti i leoni si è arrampicata anch’essa. Non è che ai leoni piacciano i leopardi da mangiare, ma gli è che a quegli sciagurati di leopardi piacciono i cuccioli di leone e così papà e mamme corrono ai ripari.

Questo è stato l’ultimo serio avvistamento, dopo una corsa pazza per la savana per seguire la caccia di una iena a uno gnu, si è conclusa nel modo prevedibile, ma francamente orribile che vi risparmieremo. In serata, comunque, zuppi di pioggia (qui comincia a piovere seriamente) siamo arrivati per la nostra ultima notte al Masai Mara nel lodge dei lodge: Saruni Wild, un “campo tendato” sull’orlo della savana dove siamo arrivati che il sole tramontava.

  
Quando si parla di tende, in questo caso si parla di camere con bagno costruite in tela, arredatissime e serviti di tutto punto. Qui la visione di stamane dal nostro letto:  

  L’unico segno di essere, diciamo, in campeggio, è che non c’è elettricità e che per farti fare la doccia un gentile signore – all’esterno della tenda dove tu sei nudo come un verme – viene su appuntamento a riempire un secchio di tela impermeabile con 20 litri di acqua all’uopo riscaldata, che quindi issa con una carrucola sopra il livello della tua doccia. Un tubo provvede a far passare l’acqua dal secchio alla cipolla, così tu ti lavi.

Beninteso, il signore è sempre là e quando tu tiri una catena per chiudere, ti chiede da dietro la tela: “Finished?”

Alle 10:30 eravamo al campo di volo di Mara North per rientrare a Nairobi. Quarantacinque minuti di volo, durante i quali Silvia ha lavorato assai per imparare a pilotare un aereo. 

 Vabbè, però la sera prima davanti al fuoco nella notte della savana faceva la sua figura :-) 

 Siamo in questo momento a Nairobi, dove letteralmente diluvia. Ci siamo goduti alcuni dei più celebri teschi di ominidi al Museo Nazionale (il Kenya – e anche la vicina Etiopia, per la verità – è la culla dell’umanità, visto che tutto sembra cominciato da queste parti). 

Domattina di buon ora si parte in bus per la Tanzania, Karatu e le consorelle di Marta. Un’altra bella storia.