Ad Antigua

Lungo viaggio notturno in bus: abbiamo dormito a sufficienza, anche se a un certo punto abbiamo sentito un po’ freddino,a avevamo i nostri piumini ultraleggeri e ce la siamo cavata!

Antigua è carina, colorata, pulita, assai poco tipicamente guatemalteca, dice Vischio, nel senso che è come una gradevole vetrina per turisti e per abitanti della capitale in trasferta il sabato sera. Essendo questo un sabato, la cittadina era piena di persone vestite in lungo e in abito scuro convenute per una serie di feste e cerimonie. Nella cattedrale (cioè in quello che era il nartece della cattedrale prima che un terremoto del 700 distruggesse il resto) c’era per esempio una specie di matrimonio con tutti in ghingheri, testimoni ecc., solo che davanti era seduta soltanto una ragazza e niente sposo. Ci siamo informati e una maya di passaggio con tanto di infante a tracolla ci ha detto con aria ovvia che erano “i 15 anni”. Abbiamo chiesto chiarimenti a una specie di sacrestano che staccava biglietti per le rovine della cattedrale (la città è piena di rovine di chiese e conventi barocchi non ricostruiti) e ci ha spiegato che si, quando compie i 15 anni una ragazza qui fa questa cerimonia, mah… magari tipo debutto in società???

Subito dopo, nel tentativo di entrare in un museo chiuso ex sede della prima università del Guatemala, abbiamo incontrato un giovane architetto che ha studiato a Roma e che ora dirige il Centro di ricerche della facoltà che via ha invitato a un concerto nello stesso posto per celebrare un anno di lavoro del Centro (recupero e gestione del patrimonio arch): carino e particolare.

Poi cena di arrivederci: abbiamo portato Vischio a mangiare una pizza che non vedeva da nove mesi: un po’ troppo aglio in giro ma più che mangiabile. Stanotte alle quattro Silvia e Mario lasciano il delizioso ostello/guesthouse (v. foto) per andare a fare altra scorpacciata di rovine appena dl là della frontiera honduregna, mentre Vischio veleggerà verso casa sua. Sniff…
Ma stiamo benissimo! Baci.