Un diluvio, poi il Taj Mahal


Per tutti questi giorni siamo andati in giro per l’India, come fosse un’estate perenne (anche se gli indiani non lo pensano e indossano parecchia lana), poi – la notte passata – si e’ scatenato il finimondo. Questa non e’ stagione di monsoni, ma su Agra si e’ abbattuto un temporale che non avevamo mai sentito, quanto a tuoni, lampi, fulmini e saette (“…tre briganti, accovacciati sotto a un ponte…”, ma questa e’ un’altra storia che non abbiamo qui il tempo di raccontare). Temevamo che questa mattina sarebbe stato un disastro, invece un pallido sole ha illuminato una mattina brumosa di umidita’, polvere e gas di scarico.

Grandi timori di “non vedere bene” il Taj Mahal, ma non c’e’ stato alcun problema. Pensavamo che – come diceva Nonna Matilde di Venezia – queste fossero cose che una volta viste in cartolina, “si sanno gia’”, invece la totale, splendida “inutilita’” , che non fosse sentimentale o di prestigio, toglie letteralmente il fiato. Abbiamo fatto delle foto (e un video che speriamo voi possiate vedere qua sopra), ma naturalmente e’ roba parecchio piu’ brutta delle cartoline. Bah.

Per quello che sara’, temiamo, l’ultimo “servizio” audio-video dall’India, l’equipaggio ha accettato le richieste del pubblico e Silvia si e’ spostata alla regia. Questa volta MARIO non sapeva che dire. Avrebbe voluto rifarlo, ma Silvia gli ha detto che anche a lei era stata data una sola chance. Only too fair.

Come vedete ci divertiamo, anche se pensiamo molto ai nostri bambini.

Tra due ore treno per Delhi, dove cambia tutto: posto chic e tranquillo suggerito da Beatrice, autista alla stazione, poi una giornata e mezza per qualche acquisto ulteriore e qualche visita.

ciao ciao