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La caccia delle Tane fredde

Giornata di piena e completa soddisfazione: alloggiare nell’albergo con i collegamenti (sociali) giusti ci ha aperto la porta della casa che volevamo visitare. Un gran racconto, forse non una grande "storia" in senso giornalistico, ma in ogni caso una roba da rimandare a Roma.

Il resto della giornata passato a passeggiare per questa strana cittadina, dove lo strepitoso palazzo del Maharajah e’ in totale rovina e incredibili miniature sui muri sono lasciate a se stesse, al sole, al vento e ai visitatori che potrebbero toccarle o grattarle via. Il tutto in una atmosfera di sfascio e (ma si, diciamola la parola) "decadenza".

In questa citta’, come detto, ha vissuto Kipling per un paio di mesi scrivendo – dicono – una parte di Kim. Mario ad ogni passo (qui piu’ che altrove) ritorna costantemente con la mente ai ricordi di lupetto, con le Bandar che ti fanno i dispetti presentandosi a frotte sui muri diruti di cenotafi e castelli. Sul monte alle spalle della citta’, un vecchio forte abbandonato (con frammenti di pitture anch’esso) e’ infestato di scimmie ("quelle con la faccia rossa sono un problema, quelle con la faccia nera no"), di spinose acacie, tamarindi e banyani che spuntano dalle rovine. Un’atmosfera da "Caccia delle Tane fredde" (se i ricordi del Libro della Jungla di Mario valgono ancora qualcosa — ma non ne e’ molto sicuro).

Per il momento dovete accontentarvi di parole. Abbiamo con fatica selezionato alcune foto per fare due piccole gallerie di Udaipur e qui di Bundi, ma il collegamento fa talmente schifo che non riusciamo a caricarle…. speriamo domani o nei prossimi giorni.

Anche noi siamo rimasti colpiti dall’affaire Berlusconi-Lario. Due giorni fa ne ha fatto cenno la BBC e poi abbiamo dato un’occhiata a Repubblica.it, leggendo la lettera aperta e tutto il resto. Commento: "Quando la realta’ imita il reality, ovvero: Veronica nomina Silvio".

Abbracci a tutti

La vittoria di Bundi

Siamo nella deliziosa Bundi, dopo un viaggio in autobus di quasi nove ore che dovevano essere sette e con l’autista che negli ultimi 40 km si fermava a dare gran botte a un pneumatico per controllare qualcosa (la pressione? Forse, visto che alla fine lo ha rigonfiato in una "stazione di servizio" senza luce, tra i falo’ della gente che si scaldava).

Stamattina la grande notizia: il mahrajah lascia la casa di campagna, viene in citta’ qualche ora e mentre lui non ci sta noi possiamo andare a vedere i murales. Vi faremo sapere, ma non troppo: questa e’ una storia troppo bella. Incrociamo le dita.

Un abbraccio e un avvertimento: sappiamo che diverse persone ci hanno mandato degli sms al numero indiano. Beh, non ne abbiamo ricevuto manco uno. Quindi non siamo maleducati. :-}

“Ammutinamento” o “rivolta”?

C’e’ una grande discussione da queste parti in occasione del 150/o anniversario di quello che e’ comunemente conosciuto come il "Sepoy Mutiny", la rivolta degli indiani dell’esercito britannico dell’India del 1857 — da molti considerato una specie di atto fondativo della identita’ nazionale — alcuni sostengono che "ammutinamento" e’ troppo poco e riflette troppo la visione britannica delle cose, che in realta’ si e’ trattato di "rivolta" nazionale. Beh, noi viaggiatori di passaggio non sappiamo esprimerci in proposito, ma quel che e’ certo che stiama sperimentando una piccola mutiny/revolt nel nostro seno: la "Licia Colo’ de noantri" ha detto che si e’ stufata: "di fare sempre una figura da chiodi. Il gioco – aggiunge – dapprima ristretto alla famiglia nucleare del tutti-contro-la-mother, si sta allargando in maniera preoccupante. Mario sta pubblicizzando il link a destra e a sinistra e io mi sto stringendo la corda al collo da sola. Mica la molla la regia, come giustamente Giulio consiglia e anche io proponevo".

L’equipaggio al completo, riunito in assemblea, ha deciso di prendere nella dovuta considerazione le preoccupazioni espresse dal 50 per cento dei membri e d’ora in poi mettera’ online solo dignitosissimi reportage che non proiettino onta alcuna sui medici di base romani — qualora, come pure temuto — qualche paziente decidesse di andare a vedere la loro dottoressa su YouTube.

Stiamo perdendo un po’ di tempo dopo un giro in citta’ con un auto-riscio’. Avremmo dovuto farlo con il tipo che ci aveva portato in macchina l’altro giorno e che ci aveva lasciato il suo n. di telefono. Era simpatico e sveglio e lo abbiamo chiamato, lui e’ venuto — e poi ci ha scaricato a un altro. Beh, vabbe’. Tra un paio d’ore prendiamo una corriera per Bundi (sette ore di viaggio), dove dovremmo arrivare verso le dieci di sera.

Ieri sera cena al lume di candela in un ristorante in riva al lago di fronte ai diversi palazzi/alberghi del marajah. Continuiamo a mangiare esclusivamente vegetariano, perche’ cidiverte e ci piacciono tutte le salsine. Anche se – come dicevano questa mattina alcuni ospiti dell’albergo a colazione, nello scambiarsi ovvieta’ da occidentali-in-India – "di verdure se ne vedono poche". In effetti, chi si aspetta grandi cespi di broccoli e’ deluso, ma anche un po’ scemo. Visto poi che a Mario in grandi cespi di broccoli a vederli gli fanno un po’ senso (anche se poi gli piacciono), questo modo di mangiare verdura che sembra altro, piace moltissimoi. (E cosi’ abbiamo fatto fare la sua bella figura anche a Mario…)

Ciao a tutti

PS: non siamo riusciti a vedere il video completo, perche’ qui non funzionavano gli altoparlanti e non c’era il jack per la cuffia. Ma credo che il problema di sincrono abbia a che vedere con la lentezza con il quale si scarica. Provate a farlo scaricare tutto e poi farlo partire…

PPS: trank Giulio: non andremo falliti per le telefonate in Italia, avendo una SIM card indiana la cosa sepoffa’.

Da Udaipour ci sentiamo “romanticissimi”

Vi scriviamo dalla notoriamente "romantica" citta’ di Udaipur, dove gli indiani corrono a sposarsi se appena possono. Luogo adatto per un "trentennale" come il nostro e infatti ci siamo messi le magliette gemelle.

Da Jodhpur collegarsi era una iradiddio. Ieri mattina ci siamo svegliati in quella citta’ alle 4.30 per prendere un bus alle 5.15! Destinazione Ranknapur, luogo di alcuni dei piu’ importanti templi giainisti (vedi spiegazione precedente). Avevamo organizzato un appuntamento con un taxi che ci veniva a prendere da Udaipur ( un centinaio di km piu’ a sud) e il tutto ha miracolosamente funzionato, compresa la tappa intermedia a un forte (l’ennesimo). Alla fine pero’ eravamo letteralmente distrutti. Siamo in un albergo con camera piu" che carina e ci siamo fatti una grande dormita.

Non prima pero’ di aver ammirato dal tetto una mega processione di musulmani (qui il 25 per cento della pop.) che celbravano il Muharammam: tutte le strade della citta’ vecchia chiuse e clienti isolati in albergo al buio. Elettricita’ chiusa per prudenza perche’ i grandi "carri" celebrativi trasportati a spalla non tranciassero qualche filo.

Stamane visita in giro, caffe’ da signori nell’albergo del marajah e una serie di code per prenotare bus e treni. Domani si parte per Bundi, terra kiplinghesca e dove Mario spera di vedere certi murali dipinti da prigionieri di guerra itailain nella casa del locale marajah, il quale tuttavia – essendo presente – non intenderebbe proprio prestarsi alla bisogna. Vedremo.

Stiamo cercando, mentre scriviamo, di caricare anche delle foto, ma il processo si impalla alla fine (ce l’abbiamo fatta: http://journals.worldnomads.com/tedeschini/gallery/1942.aspx). Ora proviamo a mettere anche un video. La nostra "Licia Colo’" (secondo la definizione di Cristiana)( e’ qui presa da un fou rire, che dovrebbe essere contagioso.

Un abbraccio a tutti